21 aprile 2011 – Tutela del giocatore con un occhio particolare ai più giovani e un armonico sviluppo del settore del gioco da un’ottica comunitaria: sembrano delinearsi quindi le priorità dell’Unione Europea in materia di gambling, discusse nel seminario “Il gioco responsabile dalle best practice nazionali a soluzioni comuni europee?” organizzato da Lottomatica Group a Bruxelles. Tanti sono intervenuti, da studiosi a rappresentati di istituzioni: sembra ci sia accordo in tutto, ma altrettanto chiaro appare, e qualcuno l’ha dichiarato apertamente, che nel passaggio dalla teoria alla pratica le cose si complicano.
Per quanto riguarda le ludopatie, in base a una ricerca a carattere europeo basata su studi condotti in vari stati membri UE, particolarmente a rischio sembra siano gli adolescenti, tra cui il tasso di diffusione di dipendenza dal gioco è “nettamente superiore a quello degli adulti – esordisce Mark Griffiths della Nottingham Trent University – Abbiamo riscontrato che le ludopatie tra gli adolescenti sono quattro-cinque volte più diffuse che tra gli adulti”. L’Italia sembra confermare questa tendenza, anche se la ricerca su cui possiamo basarci è piuttosto datata (2006).
Anche per la popolazione adulta emergono dei dati non proprio rassicuranti quando si parla di gioco sul web (poker e bingo online, skill games, scommesse, etc) . “Rispetto ai dati del 2008 il tasso complessivo di giocatori problematici non ha subito particolari variazioni – illustra Claudio Barbaranelli dell’università La Sapienza – Si è passati dall’1,2% all’1,01%. La percentuale è riferita alla popolazione adulta tra i 18 e i 74 anni circa 44 milioni di italiani. Se si prendono in considerazione i soli giocatori, 26 milioni in quella fascia d’età, la percentuale sale all’1,7. Per quanto riguarda l’online il tasso è del 9,7% se consideriamo la popolazione di giocatori del web (1,34 milioni di persone circa). Un dato leggermente elevato”.
Sicuramente il giocatore problematico tipo è uomo (78% sui giocatori complessivi sono di sesso maschile, 82% nel caso dell’online) ed è giovane (rispettivamente 24% sui giocatori complessivi e 21% sull’online). “Solitamente hanno giocatori con problemi di gioco – spiega Barbaranelli – e giocano a più tipologie di giochi, sono spinti da motivazioni economiche e edonistiche e nutrono false credenze sulle chance di vincita”.
Antonio Tagliaferri, direttore dei Giochi dei Monopoli di Stato, insiste genericamente sulla prevenzione e sull’applicazione delle leggi, ma quando si ammette che nel gioco online “è impossibile seguire il consumo globale di un giocatore, ovvero se questi ha conti di gioco presso più operatori, capire quanto spende complessivamente”, così afferma Christophe Blanchard-Dignac presidente e direttore generale della Française des Jeux, la prevenzione resta solo un buon proposito. Dello stesso avviso è anche Risto Nieminen, presidente e ceo della finlandese Veikkaus che, intervenendo a margine del seminario, prosegue: “i giocatori finlandesi saranno a breve identificati con un numero. Questo ci permetterà di individuare comportamenti rischiosi e intervenire prontamente avvisando l’interessato”.
Uno sviluppo armonioso dal punto di vista comunitario del settore del gioco è quindi necessario in primis per la tutela dei consumatori ma anche dei giochi stessi, per l’importanza che riveste il settore, i quali in alcuni paesi rischiano l’estinzione o sono in netto calo poiché non ben regolamentati, come osserva giustamente Jean Francois Vilotte presidente dell’Arjel. La visione dell’eurodeputato Christel Scahldemose è decisamente pessimistica: non ritiene che si arriverà mai a una normativa comune, ma per lo meno spera che si possa “fornire uno zoccolo minimo di norme per assicurare aspetti fondamentali come la tutela del consumatore – dichiara al seminario – Abbiamo sollevato la necessità di avere più dati sull’evoluzione del mercato e sulle conseguenze per i giocatori; inoltre abbiamo affrontato altri problemi, come ad esempio quello fiscale, chiedendo maggiore collaborazione tra gli Stati membri”. Il Libro Verde di certo porterà a sviluppi concreti ma è solo il primo passo, comunque nella giusta direzione; infatti anche Salvatore Iacolino, vicepresidente del Comitato sulle libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento Europeo, lamenta “una sorta di deficit di coordinamento a livello comunitario”. Guido Berardis, a capo della direzione generale del mercato interno e servizi della Commissione Europea, è speranzoso di riuscire a fornire un quadro europeo della situazione normativa: “le attese della commissione sono forti – afferma Berardis – Delle consultazioni sull’e-commerce abbiamo raccolto materiale per riempire 5000 pagine. Sul gioco online contiamo di arrivare a 10mila”.