Possibile l’integrazione tra terrestre e online? L’esperienza italiana insegna
Roma, 23/05/2010 – Da New York si decidono le sorti del Gaming Online in Europa, nel corso del più prestigioso evento mondiale in materia organizzato dall’International Masters of Gaming Law, tenutosi dal 19 al 21 maggio. L’ IMGL si qualifica come uno strumento valido ed integrato ai fini della diffusione degli sviluppi del diritto di gioco a livello internazionale, la cui importanza appare fondamentale riguardo la promozione di occasioni di dibattito e confronto di ampio respiro. I maggiori punti di discussione di questi giorni si sono focalizzati sul delicato rapporto esistente tra gioco terrestre e gioco online. Sono due facce delle stessa medaglia o si autoescludono l’uno l’altro?
Inutile negare che un numero sempre più consistente di stati guarda con favore all’apertura del mercato online e che si stanno ormai compiendo passi da gigante verso la legalizzazione dell’online: “Il futuro è nell’online – dichiara Jan Jones, vice presidente delle comunicazioni e relazioni governative di Harrah’s – tutti gli operatori dei casinò terrestri stanno progettando di lanciare case da gioco virtuali per incrementare i propri affari”. I maggiori segnali di apertura provengono dai mercati statunitensi, sulla base non solo di un movimento di opinione favorevole alla legalizzazione dell’online, ma anche di un consenso diffuso tra gli operatori, il cui incremento nei guadagni si prospetta decisamente appetibile.
L’interesse alla legalizzazione è quindi condiviso sia dai fruitori del gaming che dai fornitori del gaming stesso: ma la concordanza negli intenti è sufficiente a garantire “l’anello debole”, più vulnerabile della situazione, ovvero il pubblico degli utenti? Come si può tutelare in maniera ottimale la protezione e la sicurezza degli utenti? La legalizzazione potrebbe infatti comportare una crescita sproporzionata ed incontrollata di giochi potenzialmente fraudolenti. Su questo punto è emersa con forza la necessità di mettere a punto metodi di testing validi ed efficaci che forniscano la prova inequivocabile della correttezza e legalità dei giochi offerti.
Terrestre e online: una conciliazione possibile?
Dal dibattito, a cui hanno preso parte alcuni dei principali giuristi in rappresentanza dei diversi paesi europei, è emersa con chiarezza la possibilità di una integrazione tra le due modalità di gioco.
Esiste sicuramente una generale diffidenza e reticenza da parte di una fetta di giocatori, dovuta a dei preconcetti consolidati. Ma non si nega che il fenomeno andrà sempre più attenuandosi col tempo, in concomitanza ad un vero e proprio “ricambio generazionale”: come sostiene lo sloveno Jaka Repansek, dello studio legale RePublis, “i nuovi giocatori non vedono la distinzione tra le due modalità di gioco”.
L’integrazione è già in corso in Europa ed in futuro è destinata ad accrescersi e rafforzarsi, “al momento però si sta manifestando in maniere differenti a seconda del paese” ha spiegato l’avv. Joe Kelly, dello studio legale irlandese A&L Goodbody.
In questo senso appare sicuramente necessaria una normativa comune a livello comunitario per armonizzare esperienze troppo dissimili tra loro. L’avv. Stefano Sbordoni, esperto italiano di gaming e moderatore della discussione, si fa portavoce proprio della necessità di iniziative a livello comunitario, quantomeno di principi guida che
In molti paesi sarà necessario avviare a breve un processo di revisione del sistema normativo in materia. L’esperienza italiana invece ha molto da insegnare, in quanto ha messo a punto una struttura regolamentare di gioco online che sembra funzionare bene e che “ha prodotto una sorta di ‘effetto domino’ – prosegue Sbordoni – Ci sono una serie di paesi come Lichtenstein, Slovenia, Svizzera e Germania che guardano con interesse il modello italiano”.
Forse, per una volta, l’Italia ha qualcosa da insegnare
Brunella Muttillo