Roma, 29/06/2010 – Una delegazione del Ministero dell’Economia dell’Italia ha incontrato i rappresentanti dei servizi tecnici della Direzione Mercato Interno della Commissione Europea, chiedendo l’accesso ad una procedura rapida in via straordinaria dell’iter che obbliga gli Stati membri a notificare i progetti delle regolamentazioni tecniche, su prodotti e servizi della società dell’informazione, alla Commissione e agli altri Stati membri prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali.
Accesso rapido negato per l’Italia, almeno sembra dalle prime indiscrezioni, per cui il varo delle nuove norme del gioco online, ovvero tutti i decreti applicativi della legge comunitaria 2008 (incluso il poker cash) non avverrà forse prima di ottobre-novembre 2010, seguendo quindi l’intero percorso: almeno tre mesi di statu quo presso la Commissione Europea prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Secondo la Commissione è stata necessaria la “massima prudenza, considerando che la corsia preferenziale viene concessa soltanto in casi straordinari”.
La Romania e la Grecia invece, attratte dagli introiti possibili per lo Stato dai nuovi giochi nel web, come il bingo online o il poker online e le lotterie e scommesse virtuali, accelerano le pratiche per cambiare la propria regolamentazione in materia. Sebbene la Grecia abbia fatto sapere di non voler per ora cambiare la situazione “monopolio” su alcuni giochi, tuttavia è già pronto un nuovo quadro normativo, presto presentato alla consultazione pubblica. L’attribuzione delle licenze addizionata alla tassazione potrebbe generare introiti pari a 1,3 miliardi di euro di qui al 2012. Riguardo la questione “monopolio”, la Grecia paga una multa giornaliera di 31.500 euro alla Commissione Europea per violazione del principio di libera circolazione dei servizi dell’Unione Europea proprio a causa dell’OPAP (detenuta per il 34% dal Governo), che conserverebbe il monopolio su scommesse sportive e lotterie fino al 2019. Le licenze messe a disposizione di altri operatori invece riguarderebbero le sale da poker e i casinò online.
Anche la Romania, come la Grecia, è spinta a cambiare la propria regolamentazione per riuscire ad intercettare i volumi di denaro del comparto giochi e pensare di colmare i buchi del forte deficit dello Stato. Curiosamente alle società rumene è vietato proporre giochi online a differenza di quelle off-shore, cosa cui il Ministero delle Finanze fa sapere di voler porre rimedio, autorizzando il gioco online e così la creazione di nuove società. Visti gli elevati introiti del 2009: la raccolta scommesse nel 2009 è stimata sui 500 milioni di euro e la modifica della legge sul gioco, insieme a quella più specifica sui casinò, ha portato nel 2009 oltre 130 milioni di euro allo Stato, le attese del Ministero delle Finanze sono perfettamente giustificate.
Serafina Cascitelli